Ho incontrato Diamantina Vivante Salonichio nella sede di A.D.E.I, associazione donne ebree italiane, non molto lontano dal nostro albergo a Trieste.
Mi aspetta seduta in una sala poco illuminata. Alle sue spalle la Menorah, il candelabro a sette luci, simbolo dei cicli della Terra, dalla nascita alla crescita, dalla maturità al declino: uomini, animali e piante, percorrono unitamente alla Luna nel cielo, il percorso infinito di nascita e morte. La signora mi accoglie con un sorriso, siamo state presentate dal Rabbino di Trieste e, per questo, ha accettato di essere intervistata. Anche lei ha incontrato la troupe di Spielberg. Le spiego come passeremo insieme l’ora successiva e, dopo averla microfonata e illuminata, iniziamo a parlare.
Seduta accanto alla telecamera cerco sempre di lasciare scorrere il racconto dei testimoni con brevi interruzioni per le domande, se necessarie. In questo caso seguo una scaletta, la signora diventa tesa al pensiero di ripercorrere quei giorni e anche io mi perdo nel suo dolore, nel dolore di una famiglia perduta. Le leggi razziali e le deportazioni hanno assassinato 34 componenti della sua famiglia. Le chiedo di dimenticare operatore, fonico, luci, telecamera e guardare solo me.
Iniziamo, anche se, quando le racconto che il primo libro letto da bambina è il diario di Anna Frank, lei risponde nervosa “Si, noi non abbiamo passato di meno dell’Anna Frank, anche se lei è un simbolo giusto…” Insieme alle tre sorelle, Giulia, Enrichetta, Ester, al fratello Moise e i suoi genitori, viveva nel guscio protettivo di una famiglia numerosa. Poi il fratello viene portato via, la casa requisita e la famiglia inizia un periodo di clandestinità lungo un anno prima della delazione e l’internamento a Bergen-Belsen.
Ho ritrovato dopo tanti anni dal mio incontro con la signora Diamantina, un link dove con grande gioia ho visto tra le sue mani un album con le foto dei suoi parenti, la madre, il fratello, le sorelle, uccisi nei campi di sterminio nazisti. Suo figlio Alessandro Salonichio, Presidente della Comunità ebraica di Trieste, ha voluto restituire i volti delle persone legate ai racconti di sua madre Diamantina, i volti di Moise, Ester, Enrichetta, Stella, di sua nonna Sara, mai ritornati dai campi, foto di famiglia che completano il quadro di questa drammatica storia.
Riporto il link della TGR Friuli Venezia Giulia, per visionare il servizio “Papà ci siamo persi” di Mario Rizzarelli, montaggio Alex Hollan e approfondire la storia di Diamantina Vivante.
SCHEDA DEPORTAZIONE
TESTIMONIANZA
Intervista realizzata a Trieste l’11/12/2000.
FOTO DI FAMIGLIA
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SCHEDA CAMPO
LIBRI
- Marco Coslovich, Racconti dal Lager
Testimonianze dei sopravvissuti ai campi di concentramento tedeschi,
Mursia, Milano, 1997
PUOI LEGGERE IL LIBRO QUI: http://www.deportati.it/biblioteca/librionline/racconti_del_lager/