Quando mi siedo nel salottino dell’Hotel Savoy di San Giovanni in Persiceto, Elisa Springer è una elegante signora di ottantaquattro anni.
Parla un italiano perfetto con leggero accento austriaco.

Non c’è odio nelle sue parole, perché dice, l’odio è come un grande fiume che quando straripa trascina con sé tutto quello che incontra.

Non fa sconti nel parlare di Auschwitz, non lascia spazio all’immaginazione.

Auschwitz è il torbido abisso, sterminio di un popolo dove neanche i resti potevano essere sepolti a terra solo fumo attraverso i camini, quel fumo salito fino a oscurare il cielo.

La guardo, mentre parla.
Ha un portamento molto aristocratico, un’eleganza sobria, il suo dolore è composto. Non riesco ad evitare di sovrapporre il volto anziano di Elisa alle ormai tristemente conosciute immagini di repertorio della liberazione dei campi e a chiedermi, sempre, come sia possibile ritornare ad una vita normale.
Penso al suo corpo sottoposto a ogni genere di stenti e di umiliazioni, ore e ore sotto la pioggia nuda al freddo, o sotto il sole cocente, senza aver mangiato o bevuto, sottoposta allo stress della selezione per le camere a gas, al gesto di umanità nei confronti di una compagna pagato a duro prezzo, che ho letto nei suoi scritti.

Elisa Springer, a differenza delle altre donne che ho incontrato, conosce la lingua dei suoi carcerieri perché è nata e cresciuta a Vienna. Capisce i dialoghi dei suoi aguzzini.
Mi ripete quella frase crudele:

WIE VIELE STÜCKE SIND HEUTE ANGEKOMMEN?

QUANTI PEZZI SONO ARRIVATI OGGI.

Eravamo pezzi, per essere sfruttati fino alla morte ed essere gettati alla fine nelle camere a gas. Questo dicevano i tedeschi quando arrivavano i treni, parlando tra loro.

WIE VIELE STÜCKE SIND HEUTE ANGEKOMMEN?

Non tradisce nessuna emozione nel raccontare l’inferno.
Ne è uscita viva. È sopravvissuta ad Auschwitz-Birkenau, Bergen-Belsen e Theresienstadt per 8 lunghi mesi. Iniziamo l’intervista nel silenzio più assoluto, disturbato solo dalle frequenze di un radioamatore che entra nell’audio dei microfoni.

SCHEDA DEPORTAZIONE

TESTIMONIANZA

Intervista realizzata a San Giovanni in Persiceto l’01/02/2002.

SCHEDA CAMPO

LIBRI

  • Elisa Springer, Il silenzio dei vivi. All’ombra di Auschwitz, un racconto di morte e di resurrezione, Marsilio, 2019
  • Elisa Springer, L’eco del silenzio. La Shoah raccontata ai giovani, Marsilio, 2003
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