Isolina si è salvata dalla deportazione in Germania, perché una bomba ha fatto saltare i binari della ferrovia. È rimasta internata nel campo di concentramento di Bolzano- Gries fino alla fine della guerra.

Quando la incontriamo per la prima volta mi colpisce la sua vitalità, “ha l’argento vivo addosso”, avrebbe detto mia nonna, la sua intervista scivola via come il mercurio, non riusciamo a fermare il suo racconto, rimaniamo ad ascoltarla per tre ore, e il tempo scorre via senza fatica.

Isolina ha sempre lavorato come operaia. È stata staffetta partigiana nel battaglione Tarzan del distaccamento della 7a brigata GAP Gianni Garibaldi ed operò ad Anzola Emilia dal 1 giugno 1944 fino alla Liberazione.

È stata sindacalista in prima linea per i diritti del lavoro, di cui ancora oggi godiamo.

Sono scesa in piazza, ho fatto dimostrazioni, ho preso botte, a Immodena, per le Reggiani, per la Margotti, per Loredano Bizzarri ne sono morti tanti nelle manifestazioni.

Nomi che fino a quel momento non significano nulla e che dopo hanno un volto, una voce sulle lapidi, per le vie del territorio. Giovani vite interrotte per la conquista di diritti.

Mi ribadisce più volte che nella vita, tutto sta lì, basta avere un’idea, da una parte o dall’altra.

Io avevo il partito nel cuore.

Il motto di Isolina è, vado finchè posso vado.

Siamo alla Cà Rossa di Anzola dell’Emilia, un centro sociale in mezzo ai campi, dove alle pareti ci sono i disegni di Gino Pellegrini, scenografo di Hollywood.

Patrizia le mette il microfono, Isolina fatica a star ferma seduta sulla nostra sedia. Iniziamo.

 

SCHEDA DEPORTAZIONE

TESTIMONIANZA

Intervista realizzata ad Anzola dell’Emilia il 14/03/2002.

SCHEDE CAMPI

LIBRI

  • Testimonianze orali: raccolte curate e coordinate da Anna e Linceo Graziosi, Anzola UN POPOLO NELLA RESISTENZA. Singolare contributo delle donne e delle famiglie contadine, Edizione ANPI, 1989

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