MAPPA DEL CAMPO

FOTO DEL CAMPO

TESTIMONIANZE

Costituzione: 20 ottobre 1943

Ubicazione: Trieste

Hitler prese con un’ordinanza segreta, nel settembre 1943, alcuni territori di frontiera fra cui Trieste, Fiume e Udine. I nazisti vi stabilirono una propria amministrazione che chiamarono “Adriatisches Küstenland”. Dato l’imperversare nella zona della lotta partigiana i tedeschi decisero di allestire un campo di concentramento. Fu scelto un vecchio edificio un tempo adibito alla pilatura del riso. Nacque così la tristemente famosa “Risiera di San Sabba”, oggi monumento nazionale, unico campo di sterminio in Italia. Date le sue proporzioni, modeste rispetto ai campi tedeschi e polacchi, l’umanità rinchiusa in Risiera viveva, giorno dopo giorno, a contatto “fisico” con gli impianti di sofferenza e di morte e con i suoi carnefici. Interrogatori, bastonate, torture, esecuzioni, nuovi arrivi di prigionieri tutto si svolgeva entro un raggio di poche centinaia di metri quadrati, nel cortile interno del lager, dove il vecchio essicatoio era stato adattato dai tedeschi a locale per le eliminazioni, chiamato dai più “garage” perché spesso vi sostavano davanti furgoni e autocarri. All’interno l’SS Lambert aveva fatto costruire il forno crematorio con il condotto da fumo, collegato alla preesistente ciminiera. Accanto ai cameroni adibiti a prigioni, sempre affollate, c’erano 17 microcelle larghe ciascuna 1,20 m e lunghe 2 m scarsi, con sul soffitto una piccola apertura di cemento di 20 cm per 20. Le porte in legno erano provviste di un finestrino circolare. I sepolti nelle celle, di solito partigiani, politici, ebrei destinati al “forno”, vivevano in condizioni allucinanti. Spari, latrati, urla, rumoni di motori e musica a tutto volume scandivano di solito le esecuzioni notturne. Le vittime tratte dalle celle e dai cameroni venivano incolonnate in fila indiana e sospinte verso il “garage” per la soluzione finale. Un testimone ricorda la canzone di Marlene Dietrich, Lili Marleen, risuonare nel cortile:

“Vor der Kaserne, Vor dem großen Tor Stand eine Laterne. Und steht
sie noch davor, So wollen wir uns da wieder sehen Bei der Laterne wollen
wir stehen Wie einst, Lili Marleen. Wie einst, Lili Marleen.”

Vi transitarono più di 25.000 persone dirette a Buchenwald, Dachau, Auschwitz ma sul posto più di 5.000 internati furono trucidati dal famigerato “Einsatzkommando Reihnard” che si era già distinto negli stermini nei campi della Polonia.

Triestini, friulani, istriani, croati, militari, ebrei, sloveni morirono in Risiera, resistenti, antifascisti e partigiani italiani e jugoslavi.
Nel campo oltre a funzionare il forno crematorio per l’incenerimento dei cadaveri, i sistemi di eliminazione erano il gas dei tubi di scappamento dei camion, lo strangolamento, il colpo di mazza alla nuca, la fucilazione.

Nel campo furono concentrati quasi un migliaio e mezzo di ebrei destinati ad Auschwitz-Birkenau.
La Risiera fu liberata dai partigiani jugoslavi il 29 aprile 1945, quando già i nazisti avevano messo in libertà i pochi superstiti, prima di far saltare il forno crematorio, nel tentativo di distruggere le prove.

Fonte ANED a cura di Romolo Tintorri, internato sedicenne a Fossoli il 4 luglio 1944 deportato a Neuengamme

 
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